Stop al Reddito di cittadinanza, le famiglie dovranno fare domanda per l’Assegno unico

Stop al Reddito di cittadinanza, le famiglie dovranno fare domanda per l’Assegno unico
Il messaggio dell’Inps spiega il regime transitorio: per chi esce dal Rdc scatterà la necessità di presentare la richiesta per la misura dedicata ai figli, che finora era erogata in automatico
2 minuti di lettura

Chi uscirà dal Reddito di cittadinanza, che si avvia agli sgoccioli al termine dei sette mesi del 2023 previsti dalla Legge di Bilancio, dovrà fare domanda di Assegno unico per non perdere la prestazione, attualmente abbinata in automatico con il Rdc. 

A chiarire questo aspetto non secondario per le famiglie è un messaggio dell’Inps, firmato dal direttore generale Caridi il 12 luglio. Il testo dell’Istituto chiarisce che “i nuclei familiari aventi diritto alla prestazione di Assegno unico e universale anche dopo la scadenza delle sette mensilità del Reddito di cittadinanza” dovranno “presentare autonoma domanda per il riconoscimento del medesimo assegno entro l’ultimo giorno del mese di competenza del Reddito di cittadinanza”. Se la domanda di Assegno unico è presentata entro l’ultimo giorno di validità della prestazione del Rdc, dunque, la famiglia continuerà a ricevere l’Assegno stesso senza buchi. In sostanza, entro la fine del mese chi smetterà di prendere il Rdc si deve attivare.

Come ricorda la stessa circolare, il tutto è collegato alla stretta al Rdc voluta dal governo Meloni. La Manovra ha infatti fissato a massimo sette mesi la finestra per fruire del Reddito nel 2023. A derogare allo stop sono le famiglie con persone con disabilità, di almeno 60 anni d’età oppure minorenni. Oppure coloro che sono presi in carico da parte dei servizi sociali dei Comuni, che lo comunicano entro il termine dei sette mesi all’Inps. 

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Caritas, la povertà in Italia è strutturale. A rischio le persone sole, tagliate dal Reddito di cittadinanza]]

In ogni caso, però, il sipario sul Rdc calerà a fine anno. Dal 2024, al suo posto ci saranno l’Assegno di inclusione e (già da settembre) il Supporto per la formazione e lavoro, assegno da 350 euro per chi segue programmi di formazione. 

In una precedente circolare, infatti, sempre l’Inps aveva chiarito – sempre in riferimento alla legge di Bilancio – i termini per la durata massima di erogazione del Rdc, per le famiglie senza disabilità e over 60: sette mesi, quindi in esaurimento a luglio. Tra gli aspetti rimarcati, l’Istituto ha chiarito che i ragazzi tra i 18 e i 29 anni di nuclei percettori di Rdc, ma che non hanno completato i dieci anni di istruzione obbligatoria e quindi hanno smesso gli studi prima dei 16 anni, non hanno diritto alla loro quota di Rdc.

Nella circolare si è poi ribadito che il Reddito di cittadinanza decade se si rifiuta la prima offerta di lavoro congrua considerando tale una proposta di impiego entro 80 chilometri dall'abitazione (purché non si superi un'ora di viaggio con i mezzi pubblici), che rispetta i principi di coerenza con le esperienze e le competenze maturate e ha una retribuzione superiore di almeno il 10% del beneficio massimo fruibile da un solo individuo, inclusivo della componente a integrazione del reddito dei nuclei residenti in abitazione in locazione. L'autorizzazione di spesa per il reddito di cittadinanza per quest'anno viene ridotta di 958 milioni.

I commenti dei lettori