ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa relazione alle Camere

Allarme Corte Conti: la precarietà del personale dedicato al Pnrr è un handicap

«Le strutture necessiterebbero di un quadro di risorse certo per tutto l’orizzonte temporale del Piano»

(RafMaster - stock.adobe.com)

4' di lettura

“Le modalità di reclutamento del personale dedicato al PNRR con formule non stabili hanno fatto emergere non poche difficoltà, per le Amministrazioni, nel garantire la continuità operativa delle strutture che, al contrario, necessiterebbero di un quadro di risorse certo per tutto l’orizzonte temporale del Piano”. È quanto emerge dalla Relazione semestrale 2023 della Corte dei Conti alla Camera sullo stato di attuazione del Pnrr. Su questa criticità, osserva la Corte, è intervenuto il recente decreto 13/2023 che permette di avviare procedure di stabilizzazione delle risorse professionali dedicate.

Nel biennio 2024-2025 picco di spesa per Pnrr

Il picco di spesa per il Pnrr “si avrà nel biennio 2024- 2025, con valori annuali che supereranno i 45 miliardi”. La nuova pianificazione delle spese - spiega la Corte - ha contemplato una “traslazione” in avanti di oltre 20 miliardi complessivi delle spese assegnate al triennio 2020-2022. A partire dal 2023 si avrà un “recupero nel trend di spesa” con un’accelerazione sul quadro iniziale, di oltre 5 miliardi. A termine 2023, nonostante questo recupero, il livello della spesa cumulata dovrebbe rimanere inferiore di quasi 15 miliardi”.

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Tutti conseguiti obiettivi 2022

Risultano tutti conseguiti i 55 obiettivi del secondo semestre 2022. Mentre nel semestre in corso il Piano impone ulteriori 27 obiettivi europei. Di questi solo un target “quantitativo” risulta come già conseguito. Sempre nel primo semestre 2023 sono da centrare anche 54 “scadenze nazionali” scrive la Corte dei Conti . Quanto agli obiettivi 2022 la Relazione specifica che “38 iniziative hanno esaurito gli obiettivi europei per le stesse fissati” tuttavia: “queste 38 misure non possono naturalmente considerarsi ultimate, in quanto le stesse potrebbero necessitare di step realizzativi ulteriori, rispetto agli obiettivi concordati in sede europea”. “Per i 52 obiettivi nazionali, la ricognizione effettuata dalla Corte dei conti evidenzia un tasso di conseguimento più basso (62 per cento, n. 32); a fine anno, le attività inerenti a 7 target risultavano solo avviate, 5 target figuravano ancora in via di definizione, mentre per ulteriori 8 obiettivi emergevano ritardi rispetto alla scadenza programmata” afferma la Corte. In esito a tale avanzamento 38 iniziative hanno esaurito gli obiettivi europei per le stesse fissati: si tratta di 31 riforme, segnando un progresso del 49 per cento sul totale di categoria, e 7 investimenti, pari ad oltre il 3 per cento del complesso. Dette 38 misure non possono naturalmente considerarsi ultimate, in quanto le stesse potrebbero necessitare di step realizzativi ulteriori, rispetto agli obiettivi concordati in sede europea. Per i 52 obiettivi nazionali, la ricognizione effettuata dalla Corte dei conti evidenzia un tasso di conseguimento più basso (62 per cento, n. 32); a fine anno, le attività inerenti a 7 target risultavano solo avviate, 5 target figuravano ancora in via di definizione, mentre per ulteriori 8 obiettivi emergevano ritardi rispetto alla scadenza programmata. Ancora intenso lo sforzo profuso nello scorso semestre sul fronte delle riforme strutturali, in particolare nel settore della giustizia civile e penale, in quello della concorrenza e delle politiche attive del lavoro.

Le riforme

È proseguito il percorso riformatore che investe la Pubblica amministrazione, nella prospettiva della semplificazione procedurale, del miglioramento del sistema di riscossione, in particolare nella direzione più volte segnalata dalla Corte dei conti di favorire la compliance dei contribuenti, nonché del miglioramento dell’efficienza della spesa, rafforzando le tecniche di analisi e valutazione. Avanzamenti legislativi importanti hanno interessato anche il settore dell’istruzione, in particolare grazie all’approvazione della riforma degli istituti tecnici e professionali e all’istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica e superiore, tutti passaggi in grado di incidere sulla capacità di generare figure professionali ad alta occupabilità, funzionali a ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro in settori altamente specializzati. Nello stesso semestre sono stati conseguiti importanti traguardi dal lato degli investimenti infrastrutturali, prevalentemente legati al settore dei trasporti ferroviari, nonché sul fronte della transizione verde e digitale, in particolare nel settore pubblico e in campo sanitario

Transizione 4.0 ed eco-sismabonus

La spesa sostenuta dalle amministrazioni utilizzando le risorse del Pnrr può essere stimata, a fine 2022, in oltre 23 miliardi, circa il 12% delle dimensioni finanziarie complessive del Piano (191,5 miliardi). Lo rileva la Corte dei conti nella relazione al Parlamento, in cui si precisa che il dato è parziale, in quanto manca la quota di utilizzo del superbonus a carico del Pnrr. Le risorse utilizzate sono ’’associabili a 107 delle 285 misure previste, di cui 2 riforme e 105 investimenti. L’accelerazione rispetto al cronoprogramma, che prevedeva nel triennio 2020-2022 un livello di spesa sostenuta di 20,4 miliardi, è dovuta sostanzialmente alla misura dei crediti d’imposta del piano Transizione 4.0 relativi ai beni strumentali innovativi e alle attività di formazione, nonché all’intervento di rafforzamento dell’ecobonus-sismabonus; in entrambi i casi si è registrato un livello di spesa molto più elevato di quanto previsto’’.

A ditte versato solo 70% somme ricevute da enti, in ritardo 1 misura su 2

A febbraio 2023 ammontano a 4,8 miliardi i fondi che le amministrazioni centrali titolari di interventi che fanno parte del Pnrr ’’hanno trasferito ai soggetti attuatori o ai realizzatori delle specifiche iniziative di spesa. Si Tratta di circa il 70% di quanto ricevuto in disponibilità (7 miliardi) dai conti centrali su cui transitano le somme del Fondo di rotazione Next generation Eu-Italia’’. A incrociare i dati del Piano nazionale di ripresa e resilienza è la Corte dei conti, nella relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr. La magistratura contabile propone un angolo visuale che ’’analizza lo sviluppo finanziario, guardando ai flussi che transitano sulle specifiche contabilità di tesoreria, prevalentemente per i nuovi progetti, e a quelli del bilancio, per gli investimenti in essere”. Considerando anche i trasferimenti diretti a valere sui due conti centrali, la Corte dei conti stima che ’’il complesso dei pagamenti dalle contabilità di tesoreria agli attuatori e ai realizzatori raggiunge il totale di 6 miliardi, interessando 97 misure; i destinatari di tali fondi sono stati in larga maggioranza le società pubbliche e gli enti territoriali’’. La Corte dei conti rileva che ’’un esercizio di confronto tra questi flussi, il cronoprogramma finanziario e il complesso delle risorse per nuovi progetti del Pnrr, porta ad evidenziare come ’’oltre la metà delle misure interessate dai flussi mostri ritardi o sia ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti’’.


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