Prima di partire per le vacanze, ecco l’agenda della ripresa: riforma, chiarire la parte fiscale

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Cara Elisabetta,
sulle politiche che riguardano il Terzo settore c’è bisogno che il Governo metta nei prossimi mesi il piede sull’acceleratore. Con una riforma ancora incompleta, adempimenti burocratici e pressione fiscale da alleggerire necessariamente e urgentemente, la vita di associazioni, organizzazioni di volontariato e imprese sociali resta complicata, nonostante il loro impegno per adeguarsi alle nuove norme. D’altra parte l’incerto inquadramento fiscale imbriglia il potenziale che questa fondamentale componente socio-economica può esprimere in ambiti tanto ampi quanto cruciali per il destino del Paese. Gli Enti di terzo settore infatti non possono essere considerati come un «comparto» a sé, di cui occuparsi principalmente per definirne regole e vincoli, ma dovrebbero entrare a pieno titolo tra i soggetti che lavorano fianco a fianco con le Pubbliche amministrazioni per far fronte alle grandi sfide sociali, economiche e culturali che riguardano tutti.

A partire dal Pnrr, per la cui attuazione continuiamo a chiedere un maggiore coinvolgimento da parte del Governo affinché sia garantito il buon risultato degli investimenti a favore delle comunità, ma anche per lo sviluppo e la diffusione di un modello di economia sociale. Da questo punto di vista, mentre le nostre proposte sono rimaste in questi mesi «solo» proposte, l’Europa ha invitato l’Italia a mettere in campo iniziative che vadano in tale direzione. Il presupposto imprescindibile per politiche efficaci è comprendere che valorizzare il Terzo settore vuol dire contribuire alla trasformazione verso una società più sostenibile e un’economia più sana, offrire opportunità di partecipazione, migliorare le condizioni di vita di tutte le persone, includendo quelle più fragili. Ecco dunque che rendere la riforma inclusiva, e sgravare soprattutto le realtà più piccole da oneri troppo gravosi, è il primo passo da compiere per iniziare a guardare oltre: un welfare di qualità, politiche sociali che non solo curino le ferite del Paese, ma che lo aiutino a svilupparsi in modo sostenibile.
Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore

Cara Vanessa,
con questa sua lettera salutiamo i lettori prima della pausa estiva e ci sembra giusto lasciarci come «compito» per le vacanze e come promemoria reciproco l’agenda dei temi aperti in attesa di risposta. Nelle pagine di questa settimana diamo atto al governo di avere istituito il Garante della disabilità, altro pezzettino che mostra l’interesse verso una parte dei mondi che lei rappresenta. Ma ovviamente non basta. E se vogliamo che la Riforma del terzo settore raggiunga gli scopi che si era preposta nascendo nel 2017 è davvero urgente e non più differibile che si definisca la parte fiscale, ancora di incerta interpretazione. Vogliamo aiutare chi aiuta?

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