Economia

Arriva la nuova social card per gli acquisti alimentari: dal 18 luglio, 382 euro a 1,3 milioni di italiani

Arriva la nuova social card per gli acquisti alimentari: dal 18 luglio, 382 euro a 1,3 milioni di italiani
(ansa)
In arrivo le comunicazioni da parte dei Comuni ai beneficiari
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Si chiama “Dedicata a te” la nuova versione della social card per 1,3 milioni di italiani, caricata con 382,5 euro a per acquistare alimenti e beni di prima necessità e far fronte all'aumento dei prezzi degli alimenti e dei beni di prima necessità. Il via alla misura, spesata con mezzo miliardo dalla legge di Bilancio del governo Meloni, è fissato per il 18 luglio. Ci sarà anche una conferenza stampa, con tre ministri e diverse personalità, per il lancio.

I requisiti

il provvedimento prevede un aiuto una tantum destinato a chi ha un Isee fino a 15.000 euro annui e verrà erogato attraverso gli Uffici Postali.

La misura era stata inserita nella legge di Bilancio 2023, grazie allo stanziamento di un fondo specifico di 500 milioni di euro. A partire dal 18 luglio i Comuni invieranno le comunicazioni contenenti le indicazioni ai beneficiari della carta, stimati inizialmente in oltre 1,4 milioni e ora, dopo le verifiche dell'Inps scesi a circa 1,3 milioni. Il termine era inizialmente previsto per la fine di giugno, ma è slittato, come comunicato da Inps il 26 giugno, perché "in base ad alcune segnalazioni pervenute dai Comuni, è emersa l'esigenza di rendere più flessibili le modalità di gestione delle liste dei potenziali beneficiari del contributo da parte dei Comuni".

Le reazioni della Coldiretti

I dati diffusi dall'Istat relativi a maggio 2023 mostrano vendite al dettaglio che registrano un aumento del +3% in valore, ma un calo del 4,7% in volume. Numeri che testimoniano quanto la crescita dei prezzi "continua a incidere sui comportamenti di acquisto dei cittadini, costretti a consumare meno, operando tagli e rinunce, spendendo più di prima", sottolinea Federconsumatori.

Per effetto dell'inflazione alimentare più alta da 40 anni, sottolinea Coldiretti, "l'Italia si prepara a vivere l'estate a tavola più cara da decenni. Bene la card alla luce di oltre 3,1 milioni di persone che in Italia hanno chiesto aiuto per mangiare". La somma potrà esser spesa fino al 31 dicembre 2023 e la misura, secondo quanto spiegato a giugno da Lollobrigida, si va ad aggiungere a un altro fondo che quest'anno investirà quasi cento milioni per l'acquisto di generi alimentari che verranno distribuiti attraverso il terzo settore.

I dubbi sul contrasto alla povertà

Come ricostruito nelle scorse settimane da Repubblica, la "carta alimentare" non nasce però sotto la stella del contrasto alla povertà. Lo dicono i requisiti per la distribuzione dei 503 milioni stanziati per l'operazione: un Isee fino a 15.000 euro (quasi il doppio di quello richiesto per il Reddito di cittadinanza). E quelli designati per spalmare le tessere tra gli 8 mila Comuni Italia: la popolosità e la distanza tra il reddito medio locale e quello nazionale.

Nessuno dovrà fare domanda ma si sarà direttamente convocati dalle Poste sulla base dei risultati dell’attività istruttoria dell’Inps. I cui risultati possono però essere paradossali: in alcune città chi ha un Isee da 7 mila euro non riuscirà a prendere la tessera, magari perché il suo Comune è molto piccolo e il numero delle tessere assegnato basso. Al contrario di famiglie non poverissime con Isee a 15.000 euro di altre città.

Se si escludono cinque città - Napoli con 31mila carte, Roma con 30mila, Palermo 20 mila, Milano 15 mila e Catania quasi 12 mila - tutti gli altri Comuni dovranno gestire poche migliaia di card a testa. Alcuni centinaia, se non decine (molti anche una sola). Tanto per fare esempi curiosi, a Tivoli, città natale del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, titolare dell'operazione "carta alimentare", vanno 1.190 carte. A Maglie, provincia di Lecce, città natale del ministro Raffaele Fitto, appena 296 carte. Il triplo - 930 carte - a Treviso, città del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Solo 135 a Bonorva, provincia di Sassari, città della ministra del Lavoro Marina Calderone.

Cosa si può comprare

Il decreto istitutivo della carta parla di "soli beni alimentari di prima necessità" ed esclude in modo esplicito "qualsiasi tipologia di bevanda alcolica". Allegato, c'è l'elenco dettagliato dei prodotti:

  • carni suine, bovine, avicole, ovine, caprine, cunicole
  • pescato fresco
  • latte e suoi derivati
  • uova
  • oli d'oliva e di semi
  • prodotti della panetteria (sia ordinaria che fine), della pasticceria e della biscotteria
  • paste alimentari
  • riso, orzo, farro, avena, malto, mais e qualunque altro cereale
  • farine di cereali
  • ortaggi freschi, lavorati
  • pomodori pelati e conserve di pomodori
  • legumi
  • semi e frutti oleosi
  • frutta di qualunque tipologia
  • alimenti per bambini e per la prima infanzia (incluso latte di formula)
  • lieviti naturali
  • miele naturale
  • zuccheri
  • cacao in polvere
  • cioccolato
  • acque minerali
  • aceto di vino
  • caffè, tè, camomilla
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